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Con la “macchina gravitazionale" di Dragon Ball Z potremmo modulare la gravità a nostro piacimento: purtroppo nella realtà non è così semplice…
Si stima che la nostra galassia brulichi di pianeti vaganti. Secondo alcuni, questi corpi celesti si possono formare dal collasso di una nube gassosa troppo piccola per far nascere una stella. Secondo altri, questi mondi potrebbero essere stati espulsi dal sistema planetario in cui si erano originariamente formati.
L'avvento dell'intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando molteplici settori, tra cui l'aerospazio. La sua capacità di elaborare dati complessi e di prendere decisioni autonome offre nuove prospettive nell'esplorazione spaziale e nell'osservazione terrestre. In questo contesto, l'utilizzo dell'IA mira a ottimizzare l'analisi dei dati prodotti e trasmessi dai satelliti, riducendo i costi e i rischi associati alle missioni spaziali.
Difficile descrivere lo stupore di tutti coloro che, nelle notti tra venerdì 10 e sabato 11 maggio, abbiano avuto la fortuna di assistere a un fenomeno quantomeno inaspettato, perlomeno alle nostre latitudini.
Ma a cosa abbiamo davvero assistito? A un’aurora boreale in piena regola, oppure a un altro fenomeno altrettanto suggestivo, ma già meno raro nella nostra porzione di atmosfera, chiamato SAR? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Dalle analisi condotte finora la vita pare essere emersa sul nostro pianeta quasi un miliardo di anni dopo la sua genesi. Da quel momento vi è stato un aumento esponenziale della complessità genica degli organismi che lo abitano.
Uno studio ha proposto un'alternativa, suggerendo che la vita abbia avuto tutt’altra origine e che essa sia in realtà molto più antica della Terra stessa.
LIFE… on Mars? Sì, se è l’acronimo di Lichens and Fungi Experiment.